Si trova nella splendida cornice del Palazzo Douglas Scotti, già sede del Collegio Morigi, in pieno centro storico, via Taverna n 37 e nella stessa struttura si trova la scuola dell’infanzia “Il Castello di Merlino”.
I bambini sono divisi in due sezioni: piccoli (dai 12 ai 24 mesi) e grandi (dai 24 ai 36 mesi).
La sezione è il modulo organizzativo di base per l’attuazione del progetto educativo, aggrega i bambini per età omogenea, ma si pone in dialogo aperto e costante con il contesto più ampio del Nido, della Scuola dell’Infanzia e del territorio. Essa rappresenta il luogo privilegiato nel quale i bambini e le bambine, le loro famiglie, le educatrici, le ausiliarie, gli esperti di laboratorio e le altre figure professionali esplorano, ricercano, costruiscono e confrontano esperienze e saperi dando così, nella quotidianità, concretezza e forma vissuta ai principi del progetto educativo.
La vicinanza strutturale del nido alla scuola dell’infanzia “Il Castello di Merlino”, nonché la gestione e il coordinamento pedagogico comuni, ha portato negli anni alla riflessione e alla creazione di un CURRICOLO 0-6 per rafforzare e portare avanti l’idea che la crescita del bambino sia un processo condiviso e dilatato nel tempo, che non si ferma agli anni del nido, bensì prosegue grazie alla partecipazione di servizi e famiglie.
La storia dei nostri servizi educativi ha visto affinarsi nel tempo un approccio teorico con cui accostarsi ai servizi sempre più mirato sul contesto di riferimento e reso solido dalle esperienze fatte sul campo. Per sintetizzare le linee teoriche utilizzate possiamo scegliere all’interno di una mappa concettuale molto più vasta, due concetti-cardine che ad oggi ispirano il nostro agire educativo: ACCOGLIENZA e CONSAPEVOLEZZA NELLA RELAZIONE.
I nostri servizi, pur nel rispetto delle diverse peculiarità, condividono l’attenzione dedicata costantemente al concetto di accoglienza nei suoi significati più autentici e complessi e soprattutto la volontà di individuare strumenti e metodi per realizzarlo nell’agire quotidiano, perché non rimanga un concetto astratto ma acquisti il valore dell’esperienza vissuta e condivisa, così da rendere il servizio un luogo di dialogo e confronto, in cui bambini e adulti possano sperimentare la capacità di mettersi in gioco e imparare dall’altro da sé.
Perché questo approccio improntato al concetto di complessità non venga interpretato come semplice confusione, occorre che l’agire educativo, sia strettamente pedagogico che relazionale, si basi su un serio rigore metodologico e su competenze professionali indiscusse, che non possono che prendere le mosse dall’abitudine alla responsabilità personale e adulta.
Per sintetizzare tale approccio con un’immagine, possiamo pensare che al Nido i bambini e le famiglie possano trovare un abbraccio, non inteso come vincolo, ma come occasione di libertà.